“4 dreams”, classe Ipsia Meucci
Stella, cameriera, spinge un carrello. Si ferma davanti alla porta della prima camera e all’apertura trova davanti un’immagine inaspettata.
“Bat-19”, di Claudio Caria
Il mondo dopo la pandemia è cambiato in peggio. Il virus ha mutato nei soggetti asintomatici, portando squilibri mentali e fisici.
“L.on the beach”, di Maria Usai e Marcella Mancini
Voleva essere un piccolo film su sogno e magia, ma i tentativi di messa in scena filmica non sono riusciti come li avevamo immaginati.
“Molto prima del sole”, di Andrea Petrillo
Un angelo che soffre di Amnesia anterograda incontra un vecchio uccellino alieno, depositario di un vasto archivio di memorie umane.
“Metalogon”, di Rita Deidda
Una nuova quotidianità domestica, reimparata in quarantena, i tempi si sono dilatati e rallentati, ogni cosa assume un nuovo significato.
“Post scriptum”, di Leonardo Tomasi
Un’anziana donna riempie il tempo dell’attesa tra cucina, zapping, blatte, post-it e un suicidio.
“Sa missa”, di Laura Berlinguer
In una piccola Chiesa campestre Don Francesco si prepara a celebrare una messa speciale per i defunti che non hanno ricevuto l’estremo saluto.
“Some body”, di Matteo Palmas e Francesco Puppini
Un poema visivo per due corpi e una voce.
“Tempus perdu”, di Emanuele Massa
Continuiamo con la presentazione dei corti finalisti della quarta edizione del Premio Centottanta: TEMPS PERDU di Emanuele Massa “Temps Perdu è un cortometraggio sperimentale che esamina la percezione del tempo attraverso la visione filosofica di Marcel Proust.”
“Tziu Bachis, il pastore di Dorgali”, di Nicola Sanvido
Il documentario percorre la vita di Tziu Bachis, decano dei pastori di Dorgali, persona umile e schietta e dalla grande voglia di vivere.